La bilanciaMi fermo, l’aria è ancora intrisa dell’odore di notti trascorse tra uomini che brindano e consumano avidamente il bottino del giorno, residui d’estate intrappolati nella nebbia. I carboni di legno, pregni di pioggia, pungenti entrano nelle narici. Osservo l’involuzione dei colori, stratificazioni di storie imbevute di profumo denso di terra e acqua. Ora il letargo, l’assenza e il silenzio. Luoghi che immobili sedimentano una fine, il pensiero introduce un lungo riposo emotivo. Non si può che rinascere godendo di questo inaspettato oblio.
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